Un buco nero per vicino

Un buco nero per vicino

Negli ultimi mesi abbiamo fatto passi da gigante nell’osservazione dei buchi neri. Nell’Aprile 2019, grazie a un sistema di radiotelescopi sparsi in tutto il pianeta, la collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (EHT) ha ottenuto la prima storica foto di un buco nero, situato al centro della galassia Messier 87 nell’ammasso della Vergine. La tecnica utilizzata è quella dell’interferometria, in cui viene sfruttata la rotazione terrestre per combinare i dati provenienti dai diversi radiotelescopi.

Scattata la prima foto di un buco nero – media.inaf.it

Sempre grazie ai dati provenienti da EHT è stato osservato il getto di plasma emesso da un buco nero, nel centro di un quasar. Le immagini ottenute mostrano una struttura contorta del getto, che cambia di giorno in giorno, probabilmente in base all’evoluzione del disco di accrescimento. Lo studio di queste informazioni saranno molto utili per approfondire la natura di questo fenomeno, ancora oggetto di dibattito.

Colpo d’occhio sul getto di un buco nero – universoastronomia.com All’inizio di questo mese, invece è stato dato l’annuncio della scoperta di quello che potrebbe essere il buco nero più vicino mai trovato finora, a soli 1000 anni luce. Ha una massa equivalente a circa 4,2 masse solari concentrata in pochi chilometri. Sembra che interagisca poco con l’ambiente circostante, ma gli astronomi della European Southern Observatory si sono accorti di lui per la sua influenza nell’orbita delle altre due stelle del suo stesso sistema. Infatti fa parte di un sistema triplo nella costellazione del Telescopio e gli studiosi hanno pochi dubbi nell’affermare che un corpo invisibile di tale massa non possa essere altro che un buco nero. Il sistema è visibile anche ad occhio nudo, nell’emisfero australe. In futuro potrebbero essere scoperti altri buchi neri ancora più vicini, tuttavia è assai remoto che uno di questi possa avere influenze dirette con il nostro sistema solare Buco nero a mille anni luce dalla Terra – media.inaf.it